I cinque eroi vittoriesi della Grande Guerra
In foto: da destra Baracca, Costantini e Ruffo

Sta riscuotendo successo la mostra “Res Bellica” allestita a Palazzo Todesco. La mostra celebra gli eroi vittoriesi della Prima Guerra Mondiale concentrandosi sulle figure di Alessandro Tandura, Camillo De Carlo e Brandolino Brandolini d’Adda.

Quali sono gli eroi Vittoriesi della Grande Guerra?

Bartolomeo Costantini, conosciuto come “Meo”, nacque a Vittorio nel 1889. Ormai prossimo alla laurea in ingegneria a Torino, venne arruolato prima nel Genio Ferrovieri e poi nella nascente Aeronautica Militare.

Presto distintosi per temerarietà ed abilità, venne aggregato nel 1916 alla famosa 91a Squadriglia aeroplani da caccia, comandata dal leggendario Francesco Baracca, ricoprendo per un certo periodo anche il ruolo di comandante provvisorio. Conseguì sei abbattimenti omologati, cosa che gli consentì di fregiarsi del titolo di “Asso d’Italia”. Venne decorato con due Medaglie d’ argento al valor militare. Tornato alla vita civile entrò nella squadra corse automobilistiche della Bugatti, con cui ottenne anche una vittoria nella Targa Florio. Morì a Milano nel 1941. Il luogo di sepoltura non è certo.

Silvio Bonaldi nacque invece a Vittorio nel 1879, figlio del cenedese Giovan Battista, che fu uno dei padri del Risorgimento, partecipando persino con Garibaldi all’impresa dei Mille. Il fratello Attilio, anch’egli congedatosi da Ammiraglio, è noto agli storici per esser stato il precettore del principe Umberto di Savoia. Dopo l’Accademia di Livorno Silvio si imbarcò su diverse unità da combattimento. La Grande Guerra lo vide inizialmente al comando della torpediniera “Olimpia” ed infine del cacciatorpediniere “Francesco Stocco”, che entrò per primo in Fiume tra una folla festante il 4 novembre 1918. Fu protagonista di molte e ardite operazioni belliche, tra le quali la più famosa è la partecipazione alla impresa di dei “Mas” di Rizzo, che affondarono la corazzata Wien nella base di Trieste nel dicembre 1917. Conquistò tre Medaglie d’Argento e una Medaglia di Bronzo al valor militare, una Croce di guerra e una Croce al merito di guerra. Morì a Roma nel 1930. La salma venne accolta a Vittorio Veneto con una grande e solenne cerimonia, che si concluse con la sua tumulazione nel cimitero di Ceneda, nella cappella di famiglia ancora presente.

Brandolino Brandolini nacque nel 1878 a Cordignano: laureatosi in legge, dal 1802 al 1912 fu sindaco di Cison di Valmarino, mentre dal 1905 al 1916 ricoprì la carica di consigliere
provinciale. Nella sua carriera politica fu anche consigliere comunale nel paese d’origine, Cordignano. Rinunciò ai “privilegi” garantiti dalla sua carica di deputato, e si arruolò come volontario, combattendo – durante la Prima Guerra Mondiale – sull’Altipiano di Asiago. Al ponte di Arsiero, in provincia di Vicenza, Brandolini venne colpito mortalmente da uno shrapnel austriaco.

Giacomo Camillo De Carlo nacque a Venezia nel 1892: fu tenente di cavalleria durante la Prima Guerra Mondiale, ricoprendo anche il ruolo di osservatore su velivoli dell’areonautica. Venne insignito della Medaglia d’oro al valore militare, per il coordinamento della resistenza al di là delle linee nemiche. Fu tra i “fondatori” della Giovane Italia, reparto segreto che prendeva terra nelle linee nemiche portando informatori in borghese sui Voisin III, aerei d’attacco militari.

Alessandro Tandura, nato nel 1893 a Vittorio Veneto, è stato il primo paracadutista militare in una operazione di guerra. Fu insignito di tante onorificenze per le proprie imprese: una medaglia d’oro, quattro d’argento e tre di bronzo al valor militare, cinque croci al merito di guerra, una medaglia d’oro al valori civico. Nell’estate del 1918 si offrì volontario per una rischiosa missione di spionaggio. Fu in quell’operazione che Tandura diventò il primo paracadutista in un’azione militare al mondo.

La mostra sarà allestita fino all’11 novembre.