In Brasile, a Criciuma, c’è un appartamento con una fornita libreria dove si legge Papini, Dante, Ido Da Ros e Aldo Toffoli. Dove, in cucina, si prepara la polenta de na olta o si cusina la fortaja nella fassora. Ascoltando il canto dei osei. C’è una casa nata in mezzo a una foresta all’epoca della prima emigrazione verso il nuovo mondo. E che, grazie ai suoi figli di seconda generazione, ha mantenuto le fondamenta qui…sotto il Pizzoc
Tra le terzine di Dante e la fortaja cotta nella fassora, si parla portoghese. Misto a un veneto atavico, che ha lemmi idiomatici dal sapore lontanissimo. Nell’appartamento di Jorge Daros a Criciuma, in Brasile, le anime brasiliane e vittoriesi convivono. Grazie alla letteratura e alla cucina.
Nell’intervista troverete quindi espressioni in corsivo: sono quelle autentiche usate da Jorge. Era un peccato correggerle. Uno di quei peccati che no, proprio non ho voluto commettere. Per non corrompere, con la penna rossa, un’atmosfera perfetta così com’è.
Jorge Daros, quanti anni hai? Dove abiti? Qual è stata la tua professione?
Ho 81 anni. Risiedo a Criciúma, Santa Caterina, Brasile. Per dodici anni sono stato un religioso, finché sono rientrato nella vita civile: son maridato com Maria Salete Borguezan Daros con cui ho due figlie: Clarissa, dottoressa, e Caroline, dirigente do magazine de indústria.
Sei nato in Brasile, ma le tue radici sono venete, anzi vittoriesi. Vuoi ricordare i nomi dei tuoi avi? Quando hanno lasciato l’Italia? Che cosa vuol dire per te Italia/Veneto/Vittorio Veneto? Quali sensazioni ti trasmettono questi nomi?
Sono di radici venete. Il mio nonno Domenico Daros, emigrante, è nato a Serravalle il 27 luglio 1878. Nel 1879 è emigrato con il bisnono Giovanni Baptista Daros e la bisnona Teresa Colvero Daros e cinque figli, sei col mio nonno, per arrivare nelle foreste del sud del Brasile il 6 gennaio 1880.
Mi piace moltissimo Vittorio Veneto. Conosco la sua bella storia, la sua origine a partire dalle due città: Ceneda e Serravalle. Oggi Vittorio Veneto mi encanta per il suo popolo, i suoi giardini, le sue vie, la sua cultura, la sua storia: tutto mi parla dei miei antenati e la sento como se fosse la mia città, la mia terra.
Io però sono nato a Criciúma l’8 novembre 1941. Oggi è una città industriale, con 230 mila abitanti. Ma è stata fondata da 22 famiglie della regione Veneto, tra cui la famiglia Daros.
Parliamo della tua casa a Criciuma. Il cuore della casa è lo studio fornito di una ricchissima libreria. Quali i libri che sfogli di più? Quali gli autori italiani? Quanto tempo passi nella tua biblioteca domestica?
Almeno 7 hore al giorno. Leggo, scrivo un diario, scrivo messaggi ad amici prossimi e distanti, ma faccio anche esercizi tre olte alla settimana in una academia. Mi piacciono i libri di storia, le biografie, la filosofia, le memorie, la politica…. Mi piacciono molti autori italiani come Giovanni Papini, Dante Alighieri, Primo Levi, Pirandello, Alessandro Manzoni, Umberto Eco, Antonio Calasso, Aldo Toffoli, Ido Da Ros, Italo Svevo, Asor Rosa, Dino Buzzati, Nicoletta Bortolotti, Cesare Pavese, Italo Calvino, Oriana Fallaci, Elena Ferrante, Emanuela Da Ros e tanti altri e altre.
Oltre agli scaffali che cosa rende unico questo spazio?
Le fotografie: ghe nó migliaia de foto dei viaggi ed incontri con parenti, amici, vedute. Mi piace la música instrumentale e il canto corale.
Nella sala da lettura ti ritrovi solo? Chi ti fa compagnia?
Nella biblioteca sono solo. Mi piace stare solo. Non sento la solitudine. Stare solo mi fa bene. Ho avuto la compagnia del cagnolino Tony per diciassette anni, ma è andato alle campine eterne pochi giorni fa. Non posso dire che sento troppo la sua mancanza, ma la sua compagnia mi era molto cara. Però non voglio un altro cane. Anche mia moglie ha sentito il distacco, ma adesso è piú libera…anche se un cagneto è una bella companhia, specialmente per i pensionati.
Quali sono gli altri angoli della tua casa in cui sosti con piacere?
Il mio è un apartamento in un edificio di dodici piani: tutto l’interno mi piace, dalla cucina alla camera. Mi piace anche perché da un angolo buono vedo i giovani di un collegio giocare a palla e sento i osei a cantare nelle arbole.
La cucina è un piccolo regno? Cucini tu stesso? Piatti brasiliani o italiani?
So appena fare due cose in cucina: il caffè e la polenta de na olta. Salete è molto brava a cucinare gli spaghetti, e le tagliatelle col formagio gratá, costumi della nostra mamma. Con la polenta si mangia il formagio, la salata, i pomidori, fortaia (fete de salado, formaggio, ovi) – una mistura cota al fuoco nella fassora….(in portoguese è frigideira.)
Hai un giardino? Uno spazio esterno?
Non ho un giardino, peró ghe né fiori e piantine dappertutto.
Hai visitato diverse volte l’Italia e in particolare Vittorio Veneto (tua sorella Marta abita a Sarmede!): che differenze ci sono tra le case, e il modo di intendere lo spazio abitativo, brasiliane – di Criciuma in particolare (perché il Brasile è enorme!) – e italiane/venete soprattutto?
Sì, ho visitato diverse volte l’Italia. E‘ sempre come se fosse la prima. Resto incantato da pianure, monti, città, cittadine, dalle acque belle dei fiumi, in primavera, in verano, dalle viti che danno da bever il sempre buon vino. Mia sorella Marta 20 anni fa ha preso casa a Sarmede, bella cittadina de onde si vede le coste del Pizocco, le graziose cittadine di Rugolo, Val e Montaner. La casa è il nostro rifugio, la nostra sicurezza, il nostro convívio famigliare. In Italia vedo tante case come erano qui nei primi tempi dell’emigrazione. Il Brasile è proprio immenso. Ricchezza e povertà estremi. In Italia ti senti più sicuro, non serve protezione per la casa… In Brasile, ma penso in tutto il mondo, avere una casa propria è trovare in questa vita un angolo di paradiso…