Quando il castello diventa un albergo. O un museo

Sono uno dei simboli più rappresentativi del nostro paesaggio, dall’alto dei colli, o lungo vie di comunicazione, hanno segnato la storia del territorio della Sinistra Piave. Nel corso del Novecento hanno dimostrato la loro incredibile versatilità, diventando musei e luoghi di studio, ma soprattutto oasi di relax e vacanza.

Simbolo indiscusso del medioevo, i castelli sono la memoria secolare di potere e nobiltà, guerra e pace, architettura e arte. Molti sono stati abbandonati e sono andati in rovina, ma per tanti la sorte è stata differente, diventando in età moderna residenze aristocratiche o monasteri. Sono arrivati sino al Novecento, dove la nascita del turismo ha cambiato le abitudini delle persone e, sotto certi versi, abbattuto steccati sociali secolari.

Ora molti castelli sono diventanti dei musei, come a Zumelle, dove convivono archeologia, architettura e ricostruzione storica. Altri sono stati convertiti in centri di studio e preghiera, come a Quero, lungo il Piave al confine tra Bellunese e Trevigiano. Per molti la salvezza è stata la conversione in alberghi, ristoranti o centri benessere, dove le persone ritrovano un angolo di pace e serenità tra antiche e spesse mura.

Nel nostro territorio se ne possono contare diversi esempi, in linea con la tradizione castellana veneta, dove l’imprenditoria ha visto negli antichi manieri un business florido e sempre ricercato da amanti della storia come curiosi. In Vallata il Castello di Cison è una realtà molto conosciuta da decenni. Le origini della fortificazione probabilmente affondano nell’età altomedievale, ma i documenti di quest’epoca sono poco chiari, sebbene se ne attesti  la presenza nel territorio. Di certo, nella prima metà del XIII secolo i Caminesi vi costruirono un castello, che venne ingrandito nei secoli successivi. Con l’età moderna venne trasformato in un palazzo gentilizio dai Brandolini, prova lo sono le molte finestre e gli affreschi sulla facciata orientale, sino a diventare sede di ritiri spirituali dei Salesiani verso la metà del Novecento. Ora è un albergo di lusso, con diversi ristoranti e terme, sede di congressi e incontri internazionali.

A Serravalle di Vittorio Veneto, nella stretta tra Marcatone e Montesel, c’è il Castrum, la cui fondazione appare certamente medievale, seppur sussistano ipotesi possa essere ancora più antica. L’edificio si trova sulla stretta a strapiombo sul Meschio ed era il vecchio castello, trasformato nel corso dei secoli in residenza gentilizia. Durante il rinascimento gli edifici furono fortemente rimaneggiati ed al giorno d’oggi ospita un B&B ed un bar, ma anche eventi quali feste e matrimoni. A Ceneda il Castello di San Martino, sede vescovile, ha una parte riservata alla Casa di spiritualità e cultura, dove vengono accolti per seminari e incontri coloro che desiderano staccarsi dalla quotidianità, per vivere qualche giorno di meditazione e preghiera.

A Cappella Maggiore il Castelletto, curiosa costruzione che domina dall’alto del colle la pianura cenedese, è una realtà affermata e conosciuta nel territorio. Si tratta di un edificio cinquecentesco con quattro torrioni angolari e corte interna, che imita le fortificazioni medievali; è stato restaurato e destinato a grandi eventi, vi si celebrano infatti matrimoni come feste, incontri formativi e cene.

A Susegana, sul colle che guarda verso il corso del Piave, nel corso del XIV secolo fu edificato il Castello di San Salvatore. Il grande edificio fu fatto costruire dalla famiglia dei Collalto, conti di Treviso di stirpe longobarda che poco a nord avevano già un castello, che porta tutt’ora il loro nome. Probabilmente sul colle vi esisteva già qualcosa, che però venne demolito in favore di un grande edificio, cinto da due cortine difensive con fossati e torri. Nella parte più interna trovò posto il mastio, che nel corso dell’età moderna fu trasformato in palazzo. La grande struttura difensiva col tempo si trasformò in grande azienda agricola della famiglia Collalto, che tutt’ora la possiede. Nel corso degli ultimi decenni un ambizioso progetto di restauro ha interessato le strutture del palazzo più interno, distrutto durante la Prima Guerra Mondiale, restituendo un luogo di cultura e storia dove vengono organizzati eventi legati alla gastronomia quanto alla cultura.

Il castello di Conegliano ha origini probabilmente nel IX – X secolo, ma la prima citazione risale al 1016 in un diploma imperiale. Fu una grande costruzione con svariate torri ed edifici, le cui mura abbracciavano anche il borgo ai piedi del colle. Fu abbandonato a partire dal XV secolo e andò in rovina, diventando pure cimitero cittadino. Nel tardo Ottocento si decise per un suo restauro, cui seguì la ricostruzione di ampi tratti di mura e la trasformazione in giardino del cortile superiore. La torre Saracena, usata come ossario, venne convertita in ristorante mentre quella principale divenne un Museo Civico. Si può ammirare un’ecclettica raccolta di reperti archeologici, opere d’arte e memorie cittadine, ma nelle sue sale vengono anche celebrati matrimoni e i cortili fanno da sfondo a rinomati eventi culturali ed enogastronomici.

Michele Zanchetta