La casa a forma di casa. Che però sembra un cuore

A Cison, ospiti di Bruno e Clara, che hanno scelto di vivere nel borgo da favola. Per sentire il battito del bosco. Che è quello della natura. E della vita

Sul vialetto davanti alla casa di Bruno e Clara Cateni a Cison di Valmarino c’è un sasso a forma di cuore. Coi loro nomi impressi. Guardando bene, ce n’è un altro, rosso, un po’ più piccolo. E magari un altro e un altro ancora che ci è sfuggito.

La casa di Bruno e Clara non è a forma di cuore. E‘ a forma di casa. Una di quelle case piccole, ma non così piccole, a due piani più soffitta, coi sassi a vista e le finestre che sorridono. Quelle case che nel borgo mirabile di Cison fanno comarotto tra loro. Si sostengono, si abbracciano strette e si dicono cose che gli uomini hanno dimenticato.

Quella di Cison è la “seconda casa” di Bruno e Clara, anche se di fatto passano più tempo qui che nell’altra, quella che che si trova nel capoluogo, quella in cui hanno vissuto i primi 35 anni del loro matrimonio mettendo su famiglia (hanno due figli: Mauro e Cristina) e gioito per la nascita di nipoti e bisnipoti (tutte femmine).

Originari entrambi di Treviso, Bruno e Clara il 25 aprile dell’anno prossimo festeggeranno 60 anni di vita coniugale. Quando si sono sposati erano quasi infanti – lei aveva 19 anni, lui 21 – erano bellissimi (lo sono anche ora, fidatevi) e innamoratissimi (lo sono anche ora: è così evidente che i sassi a forma di cuore sono un orpello, non un’indicazione). A Treviso, Bruno faceva il commercialista, Clara lavorava al Catasto. “In realtà – ammette lei – ho lavorato solo per 14 anni e poi sono forse diventata la più giovane babypensionata della regione. A 33 anni ho avuto questa possibilità e l’ho colta al volo”.

Tra un muretto di scartoffie e l’altro, Bruno Cateni faceva i salti. Nel senso atletico della parola. Sportivissimo fin da giovane, a 50 anni è stato due volte campione italiano di salto in alto nella categoria Master superando agevolmente il metro e 63 (l’altezza di Clara, tanto per infilare una curiosità tra le curiosità).

“Anche adesso che ho 80 anni compiuti – spiega Bruno Cateni – l’attività fisica mi attrae, tanto che mi sono iscritto alla Trevisatletica. Del resto sono allenato: reduce da 67 maratone internazionali, ho praticato calcio, tennis e diversi sport”.

L’attività che però Bruno ha scoperto proprio a Cison, dove si è trasferito dal ‘96, è trovare anima e animaletti nel sottobosco e farli uscire allo scoperto sotto forma di piccole sculture di legno. Quello che non abbiamo scritto, a proposito della casa di Cison, è che all’esterno e nelle stanze abitano pinguini, scoiattoli, galline, merli, coccinelle, tartarughe che Bruno con scalpello, martello, seghetto ha fatto emergere da un zoc, da un tronco spezzato, da una radice rinsecchita che emergeva dal terreno. “Quello che ha portato me e Clara a vivere stabilmente a Cison – aggiunge Bruno Cateni – è la passione per le colline, i boschi, il territorio che caratterizzano la pedemontana dal Vittoriese attraverso tutta la Vallata. Trent’anni fa venivamo qui a fare passeggiate ed escursioni nei fine settimana, ma appena abbiamo trovato una casa in vendita abbiamo deciso che ci saremmo trasferiti dove la serenità e la bellezza della natura regnavano senza compromessi. Col tempo, soprattutto durante la pandemia, le passeggiate nei boschi sono diventate l’occasione per cimentarmi in una passione che mi regala soddisfazione e belle emozioni: la piccola scultura. Non sono un artista, ma un piccolo artigiano che si diletta a ricreare ciò che apparentemente non ha più vita. In un vecchio tronco accasciato al suolo mi capita di intravedere un toro, un elefante, un bisonte e così intervengo. A Mura, Maren, Sarmede o sul sentiero che porta a Sant’Augusta ho scolpito alcuni di questi animali, a volte aggiungendo del colore o delle pietruzze per dare vivacità allo sguardo”.

Anche a Cison, le opere di Bruno sono presenti ovunque: sul Rujo che attraversa il borgo sosta un piccolo zoo ligneo: cigni, giraffe, volpi, leoni sono le sentinelle del greto del torrente. E attraversando il borgo, dietro le inferriate delle finestre o nei cortili occhieggiano merli, pinguini, scoiattoli, tartarughe di legno: piccoli animali di legno che l’estro e la fantasia di Bruno hanno trovato in assi o ceppi o ciocchi di legno accovacciati nel bosco.

Gli animaletti – anticipavo – salutano anche gli ospiti che vengono accolti volentieri a casa Cateni. Una casa che è un abbraccio di calore e semplicità funzionale. L’interno al piano terra è un unico spazio arredato da un bel tavolo di legno massiccio e da un’ampia cassapanca. Il caminetto riscalda l’ambiente anche quando le braci sonnecchiano. Le travi originarie, a vista, danno un senso di protezione. i punti luce “a fazzoletto” secondo la tradizione e le vecchie foto incorniciate e appesi alle pareti indicano la continuità col passato. La piccola cucina è essenziale, “ma – spiega Clara – sufficiente a preprare le pietanze con cui accogliamo i tanti amici che come noi hanno scelto di vivere a Cison: pensionati originari di diverse città della Marca che si sono innamorati di questo borgo felice e pieno di armonia.”

E venir via dalla casa di Bruno e Clara a mani vuote è quasi impossibile. Io per esempio me ne sono uscita in compagnia di un pinguino, una gallinella, uno scoiattolo e una coccinella. Animaletti che mi hanno scortato fin qui. Fino a questo punto.

Emanuela Da Ros