Cittadina da tempo immemore definita “perla del Quartier del Piave”, Pieve di Soligo sorge a 132 m slm in una pianura delimitata da splendide colline, abbracciate, a loro volta, dalle prealpi bellunesi. Il Soligo, fiume che bagna il comune insieme al Lierza, si è aperto un varco in questa vallata, probabilmente l’antica sede del letto del Piave, come dimostrano i terreni ghiaiosi della zona, scavandosi con il tempo un solco, in latino “sulcus”, termine da cui deriverebbe anche il nome stesso del corso. Ma l’origine del toponimo Soligo è avvolta dal mistero. I latini, secondo alcuni, avrebbero trovato in questi luoghi un “posto al sole”: “sol hic” (qui c’è il sole) e “solis vicus” (quartiere del sole) sono gli appellativi più frequentemente riferiti alle terre bagnate da questo fiume.
Anche i salici piangenti, piante malinconiche ed affascinanti, che un tempo colonizzavano le sponde del Soligo, hanno risvegliato la fantasia di uno studioso locale: il toponimo richiamerebbe il nome irlandese della pianta, “soleach”, nonché quello di un villaggio nella contea di Tipperary, “Solloghod”, indizi, questi, che presumono la presenza di un insediamento di monaci irlandesi nella zona del Soligo, nel periodo longobardo, che avrebbero poi portato allo sviluppo e alla civilizzazione delle popolazioni della valle.
Nessun dubbio, invece, sulla derivazione del termine “Pieve”: “Plebs”, una comunità cristiana rurale, che, in questo caso, sarebbe una delle più antiche parrocchie della diocesi di Ceneda, una realtà già presente nel IX-X secolo.
Numerosi sono i vigneti di prosecco che ricoprono di verde le colline, contribuendo alla creazione di un paesaggio suggestivo, dove accorrono amatori e turisti attratti da questo prodotto, vino tipico non solo della zona di Pieve di Soligo, ma dell’intera Marca Trevigiana.
Vino, monumenti di valore storico – culturale, come ville venete, castelli e chiese, richiamano i visitatori, affascinati dalla bellezza del paesaggio e desiderosi di perdersi nelle colline verdeggianti.