Alcune tracce di insediamenti, risalenti al Neolitico, nella zona del Palù e reperti archeologici portati alla luce, in località Bavaroi, dell’età del bronzo, ci fanno conoscere i primi abitanti del territorio.
I paleoveneti scelsero questi luoghi come santuari per praticare i propri culti e riti nel cuore delle foreste o nei pressi delle risorgive, dove venivano scagliati amuleti e piccoli manufatti, come offerte votive.
Numerosi sono, inoltre, i reperti risalenti al periodo romano: sono stati rinvenuti resti di pavimentazioni di ville romane e siti di sepoltura, nonché l’edicola funeraria dei “Terentii”, oggi conservata nel museo di Treviso.
Con la caduta dell’Impero Romano, in seguito all’abbandono della rete viaria, alle invasioni barbariche e alle numerose alluvioni, gli abitanti si allontanarono dall’area, per trovare riparo in luoghi più sicuri e facili da difendere, dove trasferirono i centri del potere amministrativo e politico. L’intera area cadde in mano ai barbari.
Nel IX secolo, dopo la dominazione barbarica, queste zone tornarono ad essere abitate da alcuni monaci benedettini, che, con il sostegno del Patriarca di Aquileia, bonificarono le aree acquitrinose e prestarono soccorso alle popolazioni, che vivevano in condizioni di considerevole miseria. Costruirono, inoltre, un’ abbazia, oggi scomparsa. Si ritiene che quest’ultima sorgesse proprio nelle zone che, con il tempo, divennero centri abitativi.
Sono stati ritrovati, infatti, un affresco di una Vergine con Bimbo, la preghiera “salga il fumo di questo camino come le nostre preghiere a Dio” su un camino, un frammento con l’incisione “Jesus Christos” e, più recentemente, anche un capitello.
Per molti anni Orsago rimase lontana dal resto del mondo, priva di reti stradali che agevolassero i commerci e le comunicazioni con i paesi limitrofi. Solo la costruzione nel X secolo della strada Ungaresca, che congiungeva Orsago a Treviso, rese gli scambi più semplici. Un’altra importante via antica, che contribuì al progredire dell’area, è la Via Dei Bavaroi, che collegava Oderzo e i paesi sorti lungo il Livenza e che venne ripristinata nell’Alto Medioevo.
Orsago fu oggetto della contesa fra alcune famiglie feudatarie locali e divenne proprietà della famiglia Da Camino(fino al 1350 circa), per poi passare sotto il dominio di Francesco Sbrojavacca, nominato feudatario dal Patriarca di Aquileia. Nel 1380 fu la volta dei Carraresi, signori da Padova, che estesero i propri possedimenti sino al Livenza, poiché ambivano a conquistare il Friuli. Dopo anni di carestie e battaglie, il 1389, anno dell’arrivo dei Veneziani, segnò l’inizio di un periodo, lungo quattro secoli, di relativa prosperità, eccezion fatta per gli anni fra il 1500 e il 1600, segnati da una drammatica carestia. A questo periodo risalgono numerose chiese e ville, sorte come residenze estive in terraferma dei nobili veneziani.
Con la caduta della Repubblica di Venezia, prima il governo napoleonico e in seguito quello asburgico continuarono le opere di bonifica delle zone del Palù, che vennero completate durante il Regno d’Italia, e realizzarono diverse opere pubbliche, quali la strada statale Pontebbana e la ferrovia Venezia-Udine-Vienna.
Purtroppo i governanti non seppero fronteggiare le condizioni di povertà e carestia, che spinsero la popolazione ad emigrare in Sud America, con una spiccata predilezione per il Brasile. Questo fenomeno si arrestò grazie all’ingegno di alcuni imprenditori locali, che fondarono la Cassa Rurale e Artigiana ed aprirono una filanda, gestita da Benedetto Zanin. Orsago è uno dei pochi comuni della Marca trevigiana ad aver iniziato le lotte del proletariato nel corso del XX secolo.
Questo processo di industrializzazione, iniziato con la nascita della filanda e di altre piccole aziende, rallentò nel corso delle due guerre, per poi riprendere con la fine della Seconda Guerra Mondiale.