Mentre il mondo affronta conflitti e cambiamenti climatici, cresce l’attesa per un nuovo anno all’insegna della fratellanza e della sostenibilità

Il Natale 2024 si avvicina in un contesto globale segnato da conflitti e cambiamenti climatici, ma cresce la speranza per un 2025 che possa finalmente portare pace e rinnovato impegno per l’ambiente. Mentre le tensioni internazionali e gli effetti della crisi climatica continuano a farsi sentire, leader religiosi e politici lanciano appelli alla riconciliazione e alla cooperazione per affrontare le sfide comuni dell’umanità.

Il 2024 è stato caratterizzato da temperature record e eventi meteorologici estremi in molte parti del mondo. Secondo i dati del Copernicus Climate Change Service, il 2024 si avvia ad essere l’anno più caldo mai registrato, con temperature medie globali che hanno superato di 0,71°C la media del periodo 1991-2020[1].

Allo stesso tempo, diversi conflitti armati continuano a causare sofferenze e sfollamenti di massa. In Ucraina, l’UNICEF riporta un aumento del 40% dei bambini uccisi nei primi tre mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati verificati dall’ONU, tra gennaio e marzo 2024 sono morti 25 bambini, il più piccolo dei quali aveva solo due mesi.

La situazione in Palestina rimane estremamente critica. Secondo i dati del Ministero della Salute di Gaza, dall’ottobre 2023 sono stati uccisi oltre 11.300 bambini, di cui circa 3.100 sotto i 5 anni. Questi numeri rappresentano una tragedia immane e una palese violazione dei diritti dei minori sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia.

Papa Francesco ha più volte lanciato accorati appelli per la pace, chiedendosi “Cosa c’entrano con la guerra i bambini, le famiglie?”. Il mondo si augura che questa carneficina di innocenti abbia presto fine, nella consapevolezza che, come ha ricordato il Papa, “nella guerra nessuno vince, tutti perdono”.

In questo contesto difficile, cresce l’attesa per il Giubileo 2025 indetto da Papa Francesco. L’Anno Santo, che avrà come motto “Pellegrini di speranza”, si propone come un’occasione per “ricomporre un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”. Il Giubileo potrebbe rappresentare un’importante opportunità per promuovere il dialogo interreligioso e la riconciliazione a livello globale.

Per quanto riguarda la crisi climatica, la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29) che si terrà a Baku nel 2024 sarà un appuntamento cruciale. L’UNHCR ha già annunciato che presenterà un rapporto sugli impatti del cambiamento climatico sulle popolazioni sfollate, evidenziando come le persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni siano spesso le più esposte agli effetti della crisi climatica.

Mentre ci avviciniamo al nuovo anno, molti guardano al 2025 con rinnovata speranza. Nonostante le sfide, cresce la consapevolezza che solo attraverso la cooperazione e la solidarietà globale sarà possibile costruire un futuro di pace e sostenibilità.

L’augurio è che il 2025 possa davvero segnare l’inizio di una nuova era di fratellanza e responsabilità ambientale e che le guerre, tutte le guerre, abbiano fine.