PIEVE DI SOLIGO – Avete presente cosa significa rimboccarsi le maniche? E’ letteralmente ciò che ha fatto Giampietro, nel vero senso della parola. Anche perché, per impastare il pane a manoogni mattina, deve avere proprio i polsi ben scoperti e tanta energia nelle braccia.
Tutto ha inizio in una data ben precisa: il 13 gennaio del 2013, quando da un giorno all’altro, si ritrova disoccupato. La ditta per cui faceva il trasportatore chiude senza preavvisi né spiegazioni e Giampietro si scopre senza stipendio, con 2 figli da mantenere. Dopo le prime ore di smarrimento, passa a casa di suo compare Livio, come fa sempre quando c’è bisogno di parlare: tra un’ombra e una pacca sulla spalla, ecco la soluzione.
Gli darà una mano sui campi, nella coltivazione dei 6 ettari di viti, cereali, legumi, qualche orticola e patate. Così, senza troppe esitazioni, Giampietro si mette ad aiutare il generoso compare: stare all’aria aperta gli è sempre piaciuto e l’energia non gli manca. Così mese dopo mese, ci prende sempre più gusto e, per accompagnare l’ombra e la fetta di salame rituali di fine giornata, un giorno si mette a fare il pane e lo cucina nella stufa economica. Il risultato è ottimo, certo che sarebbe bello poter avere ogni giorno del pane così buono…ma allora perché non mettersi a fare sempre il pane?
L’idea, nata quasi per scherzo, prende forma: la piccola cantinaviene trasformata in un laboratorio PPL, acquistano impastatrice e forno a legna semi professionale: e si inizia.
Filoni e pagnotte a cioppa: due soli formati, non serve tanto.
Perché qui quello che conta è la genuinità e la schiettezza. Giampietro da allora si alza ogni mattina alle 3: con il lievito madre di proprietà, che cura e rinfresca con certosina precisione, impasta il pane di giornata che, dopo opportuna lievitazione, cucina nel forno a legna posto sotto la tettoia della cantina.
Poi il tutto viene posato sopra un tavolo a raffreddare, coperto da una tovaglia. Proprio come si fa in casa! E il risultato è proprio questo: un pane casalingo e fragrante, che sa semplicemente di buon pane. Il passaparola e la genuinità hanno permesso a Giampietro di panificare in modo rigoroso su ordinazione, con qualche pagnotta giornaliera in più per i clienti last minute che non mancano mai.
Ogni tanto si fa qualche informata di pane alla zucca e di integrale e a Pasqua le focacce, con l’aiuto anche del figlio Simone, appena diplomato all’alberghiero, che intende affiancare pian piano papà nella gestione della PPL (Piccole Produzioni Locali). Oltre al pane, i clienti possono trovare anche qualche orticola di stagione, sempre prodotta dall’azienda agricola: radicchio e zucche in inverno, patate secondo il raccolto, borlotti in estate.
L’ingresso è ben segnalato da un cartello che indica chiaramente la soluzione grazie alla quale Giampietro ha saputo ridestarsi da una crisi e guardare avanti, come solo i padri di famiglia sanno fare: pane fresco!
Sara Armellin