Il clima temperato di tutta la valle contribuì a favorire gli insediamenti abitativi, soprattutto perché gli antichi avevano la possibilità di sostare nelle piccole grotte, tuttora visitabili. Nel primo secolo dopo Cristo vi fu un aumento di popolazione in quanto fu costruita la strada Claudia Augusta Altinate, che partiva da Altino per arrivare fino al bellunese.

L’unico punto utile per attraversare le montagne era Praderadego, dove esistono ancora punti di vedetta di epoca romana. La zona fu dominata anche dai Longobardi: secondo una leggenda la regina Teodolinda donò al ducato di Ceneda tutta la valle. Nuovi insediamenti nacquero nei primi secoli del Cristianesimo, e per questo le chiese che sono sorse in quel periodo, per il nome dei santi a cui sono dedicate, fanno pensare ad un’origine longobarda. Intorno al 1300 vi furono aspre lotte tra il vescovo di Ceneda, aiutato dalla Serenissima, e i Caminesi di Sotto che si contendevano la valle, che rimase a Rizzardo VII dei da Camino.

Dopo molti altri passaggi di proprietà il feudo passò al Gattamelata, che nel 1439 vendette la proprietà a Brandolino da Bagnacavallo. Il governo dei Brandolini, dopo che questi ebbero promosso nel territorio l’agricoltura, la viticoltura e l’attività artigianale, cadde nel 1797, dopo il crollo della Serenissima, e fu seguito dalla dominazione austriaca. In seguito il feudo fu diviso in tre località e spartito tra i distretti di Ceneda, Serravalle e Valdobbiadene.

Seguirono decenni di lotte e tassazioni straordinarie fino all’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866. Nel frattempo la produttività della zona era bruscamente crollata, e insieme ad un’epidemia di pellagra che colpì i contadini locali questi fattori determinarono delle migrazioni di massa. Solo l’allevamento bovino evitò il completo spopolamento della zona.

 

In foto la frazione di Rolle