Affrontare ogni stagione, e i piccoli problemi quotidiani, aiutandosi con la natura, a secondo della necessità e del gusto
Un piccolo orto o una terrazza possono permettere di avere a portata di mano erbe utili in cucina per insaporire, ma soprattutto ingredienti per ottime tisane dalle benefiche proprietà. Crescere in una famiglia che ti insegna fin da piccolo a raccogliere le erbe è un bagaglio che ti porti tutta la vita, e accresci col tempo. Da bambino accompagni i tuoi genitori e ripeti meccanicamente i loro gesti, imparando inconsciamente a riconoscere foglie e fiori, dove trovarli vicino a casa, le loro proprietà e quando raccoglierli. Crescendo cerchi una tua autonomia, quasi a voler farsi riconoscere agli altri le tue capacità, portando nuove conoscenze. La medicina contemporanea aiuta con la scienza, difendendo l’uomo da malattie e dolore, ma in passato si confidava solo nella natura come alleato e ci si rifugiava nelle proprietà delle piante. Il mio ricordo più vivido e antico è sicuramente la raccolta del tiglio, anche perché legato indissolubilmente ai colori e ai profumi. Il giallo dei fiori e il loro inconfondibile profumo, che in tarda primavera riempie i viali e i parchi. Si raccolgono i fiori, nella loro massima fioritura, insieme ai frutti, e sono ottimi da essiccati per fare le tisane della buona notte, infatti, conciliano il sonno grazie alle loro qualità rilassanti. Vanno bene anche come espettorante, aiutano a sciogliere il muco in caso di tosse.
Altra pianta eccezionale, che vado a raccogliere volentieri, è la malva. Le foglie sono ottime per le tisane, ma anche in campo gastronomico, sono una garanzia. Si raccolgono dalla primavera al tardo autunno nei prati: la malva è riconoscibile per le grandi foglie verde intenso e i fiori violetti. Il suo uso, noto sin dall’antichità, è quello diuretico e lassativo: una tisana prima di dormire aiuta una perfetta e regolare digestione. Se invece vogliamo usare le foglie in cucina, possiamo lessarle e fare delle frittate, un delizioso e delicato risotto o mangiarle con il purè.
Il rosmarino è uno degli aromi più diffusi nei nostri orti, nei parchi o sui davanzali, lo usiamo per la cucina, ma ignoriamo le sue grandi qualità antinfiammatorie e rilassanti. Una tisana con decotto delle sue foglie aghiformi è ideale prima di coricarsi, ma se preso con continuità aiuta in funzione antisettica e antinfiammatoria.
La piantaggine la raccolgo da poco tempo: per anni la incontravo nei prati e sugli argini, considerandola un infestante, ignorando le sue fantastiche qualità.
In passato la chiamavano la “pianta del viaggiatore”, perché utilissima e di facile reperimento nell’ambiente italiano, ma anche “erba di Marte” perché si pensava avesse virtù magiche. Un infuso con le sue foglie mi è utile quando sono raffreddato, ma la consumo sia da cotta che da cruda, è ottima in insalata insieme ad altre verdure.
Nel mio orto ho diversi tipi di salvia, mi piace usarla in cucina sulle carni o sul pesce in cottura, ma anche farne un olio aromatico con le foglie tritate per aromatizzare le verdure. Quando ho mangiato troppo o mi sento gonfio, bevo una bella tazza calda con in infusione delle foglie, sono infatti note sin dall’antichità le sue proprietà digestive e lenitive.
La menta è un pianta diffusissima, la sua famiglia comprende diverse tipologie, se ne trovano dalle foglie piccolissime quanto grandi mezzo palmo. Mi piace incontrarla in collina e montagna tra prati e boschi, ma anche intravederla negli orti e nei parchi, con il suo inconfondibile profumo. Le foglie, sia appena colte che seccate, sono indicate per fare delle ottime tisane calde balsamiche, ma sono anche delle alleate per combattere la calura estiva. Se ne facciamo un decotto, possiamo conservare in frigo il liquido e fare delle fresche, dissetanti e salutari bibite allungate con l’acqua, da consumare durante le ore calde.
Anche la melissa limoncella cresce nei giardini e se trova l’ambiente giusto si propaga velocemente e abbondantemente come la menta. Il suo profumo, tra il dolce e l’acre, è caratteristico e piacevolissimo.
La coltivo e uso le foglie per cucinare il pesce, ma anche per fare delle tisane sedative per un buon sonno. Si sposa bene con la menta, facendo un decotto di entrambe e concentrandolo si ottiene un’essenza ricca di oli essenziali, profumatissima, che possiamo congelare per fare dei cubetti da mettere nell’acqua e nei cocktail.
Quando vado al mare, specialmente camminando lungo le coste rocciose, mi piace cercare con il naso, prima che con gli occhi, le piante di elicriso, una delle mie preferite. Tanti lo confondono con la liquirizia, per il suo profumo simile. E’ una pianta mediterranea, la potete trovare solo se ben esposta al sole ma riparata dai venti gelidi, ama la roccia perché la conserva calda, restituendo il calore dei raggi del sole. Si riconosce per i suoi fiori gialli, con stelo e aghifoglie argentate, si sviluppa in grossi cespugli alti al massimo 30 centimetri. E’ una pianta generosissima, la uso in modo differente per la sua versatilità. Se la tenete in casa, vi accorgerete che gli odori della cucina e di fumo scompaiono, perché letteralmente “se li mangia”; il suo aroma, infatti, agisce discretamente e incessantemente, lasciando ovunque sempre un buon profumo.
In cucina se ne apprezza l’uso, poiché poche aghifoglie solitarie donano un gusto unico alle carni bianche quanto al pesce, ma anche alle patate al forno. Infine, possiamo usarla negli infusi per le riconosciute proprietà sedative della tosse.
Anche una tisana al timo, che cresce rigoglioso nei prati, ma si può coltivare negli orti, è un buon rimedio per la tosse. L’alloro è una presenza riconoscibile nei parchi, apprezzato come ornamento per la sua estrema bellezza. Se lasciato crescere, diventa grande come un albero e i suoi fitti rami sono ricoperti da tantissime lucide e frastagliate foglie. E’ noto l’uso in cucina per aromatizzare carni, pesce e verdure, dalle sue foglie in Campania si ricava un liquore buonissimo, ma io lo uso anche per fare un vin brulè bianco alternativo, come mi ha insegnato un cuoco di Jesolo.
Non serve molto, basta mettere qualche minuto in infusione un foglia nel vino caldo, magari dove sono state messi dei pezzettini di mela: in pochissimo tempo l’alloro renderà leggero e facilmente bevibile il brulè, senza dover ricorrere ad altre spezie.
Nei nostri prati, da primavera ad autunno inoltrato, mi piace raccogliere il tarassaco, una delle piante più caratterizzanti il nostro territorio, nonché aiuto incredibile per le sue qualità depurative. Se freschissimo, lo mescolo crudo all’insalata, se invece è cresciuto lo cucino e lo mangio con il purè come verdura cotta. Una parte lo secco perché poi mi faccio delle tisane, ottime per la funzione depurativa.
La stagione del carciofo è l’autunno, mi piacciono molto e amo comprare quelli grossi con spesse foglie esterne sulla rosa e ancora il fogliame sullo stelo. Non butto mai via l’acqua della lessatura e cucino tutto insieme, filtrandolo alla fine, infatti, si ricava una bevanda che è un potentissimo depurativo per il fegato. Bere per qualche giorno questa tisana alleggerisce il nostro povero organo in continuo stress, specialmente all’indomani di periodi impegnativi dal punto di vista alimentare come le feste natalizie.
Una pianta originaria del Sudamerica, ma che cresce da noi senza problemi è la stevia, famosissima per le proprietà dolcificanti, che l’hanno resa una presenza fissa nelle diete; non ha alcun potere calorico ed è indicata per chi non riesce a bere naturalmente tisane, caffè e thè, ma anche per i diabetici. I germogli fanno capolino nella tarda primavera, le foglie esplodono in primavera e si raccolgono, seccandole, in tardo autunno.
E’ consigliabile cimarla e piantarla in vaso, così d’inverno la si può portare al caldo in casa per evitare che muoia di freddo, basterà bagnarla di tanto in tanto per non farla seccare. Ovviamente bisogna sempre sincerarsi che l’uso di tali tisane non sia in contrasto con medicinali o particolari condizioni di salute, per cui è meglio sempre chiedere al proprio medico curante.
Michele Zanchetta